05/12/1901, nasce Walt. 15/12/1966, muore?, Pensiero per gli anniversari

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view post Posted on 5/12/2021, 00:39

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È il 05 Dicembre del 1901 esattamente 120 anni fa; nella fredda Chicago nasce un bimbo.
Nulla di strano, no? Ne sono nati lo stesso giorno chissà quanti altri in quella città e chissà quanti nel resto del mondo.
Quello in particolare però avrebbe poi messo un piede nelle nostre vite, le avrebbe un po' colorate, un po' riempite e anche un po' condizionate.

Quando ha cominciato? Difficile dirlo.
La sua storia cominciò a farsi importante quando creò i primi cartoni animati ma in fondo non era né il solo a farlo, né il più bravo. Tuttavia quelli erano i primi passi di un percorso che l'avrebbe portato dove nessuno era mai giunto.
Venne il momento di Topolino e nacque un mito vivissimo ancora oggi, ma anche lì non si sa bene quando questo mito sia divenuto tale.
Si aggiunsero poi, per esempio, Pippo, Paperino e quel mondo nascente si modificò e ingrandì diventando un vero universo.
Arrivò il giorno di "Biancaneve e i Sette Nani" e lì tutti si accorsero che Walt Disney stava facendo la storia dell'intrattenimento. Ormai era chiaro che lui vedeva oltre e quello che vedeva provava a realizzarlo. Riuscendoci anche.

Entrava ormai nelle case tramite libri, fumetti, giocattoli e altri gadget che spopolavano. Erano tempi diversi dai nostri e, non esistendo la TV, mancava un mezzo fondamentale per la diffusione capillare. Il cinema, di contro, godeva di un potere e un bacino d'utenza oggi difficile da immaginare. Ed è nei cinema che i cartoons di Walt e del suo selezionatissimo staff giganteggiavano.
Talvolta i lungometraggi venivano considerati un insuccesso ma in genere era per gli spropositati costi di realizzazione. E comunque le riedizioni (vera marcia in più di questo genere di film rispetto a live action) finivano per renderli redditizi comunque.
Fu così che anche prodotti bloccati dall'emergenza bellica arrivarono col tempo a portare fiumi di denaro.
Denaro che, strano a dirlo oggi, non era la preoccupazione principale del dirigente primario della Disney: Walt stesso.

Quando il denaro divenne davvero una necessità, nel senso che c'era un gran bisogno di incassare pena la rovina degli Studios, Walt produsse il successone "Cenerentola" che però considerava un po' una ripetizione di cose già fatte quindi meno stimolante dal punto di vista creativo ed emozionale.
L'epoca d'oro dell'animazione viene collocata dagli esperti fra gli anni 1937 e 1942: la pentalogìa "Biancaneve", "Pinocchio", "Fantasia", "Dumbo" e "Bambi" si compone di film assolutamente diversi fra loro praticamente sotto ogni aspetto.
La crisi bellica costrinse in seguito a limitare drasticamente i budget e a tentare di massimizzare gli incassi. Il risultato fu una serie di film antologici.
Questo doversi "piegare" alle leggi di mercato portò a prodotti meno ispirati (benché ancora oggi godibilissimi e con chicche da antologia).

Di contro, comunque, va detto che ricercare elementi ricorrenti ha portato alla nascita di uno stile riconoscibile che è poi quello che amiamo da sempre.
Ed è così che Walt è entrato nelle nostre vite, le ha colorate, riempite e condizionate.
Walt Disney è diventato "lo zio Walt", una specie di parente acquisito che è nato in quel freddo giorno del 1901... e non è mai morto.
Un giorno smise di respirare, questo sì. Un cancro lo portò via quando aveva compiuto 65 anni da dieci giorni e la sua Disney rimase senza guida. Tuttavia aveva creato cose così belle, ci aveva lasciato così tante immagini e documenti vari di lui che abbiamo continuato a godere della sua presenza. È ancora qui e ancora ci racconta le sue storie.
La sua Disney gli è sopravvissuta e ha saputo per decenni continuare il discorso che aveva iniziato lui.

Per sempre?
Purtroppo no.
La supermegaazienda che è oggi la Disney si è purtroppo spersonalizzata, i film sembrano pensati da esperti di marketing che puntano ai quattrini considerando la creatività un mezzo per gli incassi (l'esatto opposto di quanto faceva Walt). Lo stile Disney, un tempo quasi di nicchia eppure assolutamente popolare, è oggi confuso in mezzo a film di brand di ogni tipo nei quali i classici e perfino i live degli anni '90 sembrano ormai ospiti un po' spaesati e fuori posto.

La Disney ha messo da parte i disegni a matita e china preferendo le più economiche e standardizzate animazioni digitali. Ha preso le distanze da alcuni film informandoci che sono razzisti e che contengono stereotipi. Ha messo al bando "I Racconti dello Zio Tom", che Walt pensò come un film della caratura di "Via Col Vento" (per destino beffardo, anche questo oggi molto discusso).
Fa tristezza pensare che il Disney migliore, più riconoscibile e più comunicativo sia nel passato.
Possiamo però sperare in un cambio di direzione prima che il meglio di Disney finisca con l'essere considerato solo materiale d'archivio.
Walt proprio non se lo merita. E nemmeno noi.

Questo è il mio pensiero per la ricorrenza dei 120 anni dalla nascita di Walt (05 Dicembre) e dei 55 anni dalla sua morte (15 Dicembre). Un pensiero un po' amaro ma sempre saldo nell'ammirazione per quello che ha fatto quest'uomo sognando, tentando, lavorando, sbagliando, osando, riuscendo e fallendo.
Di fatto, creando una leggenda: la propria.
 
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