Ieri pomeriggio sono andato al cinema a vedere
Encanto, il 60° Classico Disney uscito pochi giorni fa.
Sono rimasto piacevolmente soddisfatto dalla visione del film, il quale presenta un'ottima gestione e caratterizzazione dei personaggi, nonché una più che valida sceneggiatura con trovate umoristiche ben dosate e mai forzate.
Appagante anche il lato visivo, che anche per merito dell'ambientazione coloratissima vediamo esibire un'entusiasmante coreografia nelle scene musicali e delle animazioni eccellenti che rendono credibili le recitazioni visive: su quel versante, i Walt Disney Animation Studios sono sempre una garanzia.
E proprio a proposito delle scene musicali, ho apprezzato molto le canzoni composte da Lin-Manuel Miranda, che mi sono rimaste ben impresse, in particolare la "happy village song"
La famiglia Madrigal,
Non si nomina Bruno e
Cos'altro farò?.
In definitiva, lo promuovo pienamente e già non vedo l'ora di dedicarci una seconda visione.
Spendo anche due parole per
Lontano dall'albero, cortometraggio che precede la proiezione di
Encanto e che a livello di animazione continua il discorso della tecnica ibrida 2D/CGI già vista in
Paperman: molto carino e in certi punti l'ho anche trovato molto toccante pur nella semplicità della storia.
Capitolo doppiaggio italiano: premetto che avevo già letto i nomi dei talent nella scheda presente sul sito di Antonio Genna, tuttavia ho voluto "resettarli" (eccetto Luca Zingaretti su Bruno e Angie Capeda su Julieta, la quale già presta la voce al personaggio nella versione originale) in modo da godermi la storia senza interrompere la sospensione dell'incredulità e in modo da evitare di focalizzarmi su determinati particolari. Infatti durante la visione non sono riuscito ad abbinare le guest star ai personaggi, eccetto uno sgamabile Alvaro Soler su Camilo, dove ci stona parecchio risultando eccessivamente maturo a livello vocale. Ottima, invece, Margherita De Risi sulla protagonista Mirabel, che in certi punti ha ricordato le vocalità di sua madre Giò Giò Rapattoni.
Riguardo i testi italiani delle canzoni, purtroppo anche questa volta Lorena Brancucci tende sempre a banalizzare le parole originali adattandole ai livelli delle sigle scritte da Alessandra Valeri Manera e come se non bastasse in alcuni punti l'adattamento presenta pure delle incoerenze con la stessa trama.
Mi riferisco in particolare alla canzone iniziale La famiglia Madrigal, soprattutto la seguente strofa:
"Lui vede il futuro, ma un giorno è andato via"
Qui non trasmette in modo chiaro l'idea che Bruno che sia sparito dalla famiglia, anzi, sembra far intendere che egli sia partito per andarsene dai Madrigal.
Poi controllando la versione originale, ecco che noto l'inghippo con la stessa strofa che recita:
"They say he saw the future, one day he disappeared"
Qui vedo quel "disappeared", cioè "scomparso" o proprio "sparito", che rende un po' più chiaro il concetto, rispetto a quanto si sente nella versione italiana della canzone, dove non viene tenuto conto di questo dettaglio della trama.
Mi rendo conto che forse può essere eccessiva un'intera analisi su questo particolare, ma non potevo fare a meno di esporre la cosa.
Ma d'altronde ormai sappiamo benissimo che questo andazzo va avanti da parecchi anni nonostante le varie critiche e dubito che la Brancucci voglia rivedere questo suo metodo discutibile che ha portato ad allontanare più di qualcuno dalle versioni italiane pur di non vedere deturpati i testi originali delle canzoni.