No, Gigi Proietti no! Non doveva andarsene!
Con lui se ne va un pezzo di noi. D'ora in poi ci farà ridere ed emozionare solo attraverso repliche e filmati di repertorio ma non sarà la stessa cosa.
La sensazione è che si sia chiuso un capitolo che non potrà tornare.
Era un grande. Ma proprio grande grande. Così tanto da potersi permettere di non sembrarlo, di non ostentarlo. Così nelle interviste e nei fuori scena sembrava il tizio della porta accanto, quasi schivo e remissivo. Perfino un po' imbarazzato, a volte. Una forma di umiltà che aggiungeva grandezza a grandezza.
Ho ripensato, quest'oggi, proprio agli spezzoni che ha postato Messer. Quel documentario ce l'ho e fra le cose che mi colpirono di più la prima volta c'è questo quasi imbarazzo di Proietti, che sembra non saper bene cosa dire.
Che contrasto questa sensazione con quello che realmente era!
Suo anche il famoso "Adrianaaaa" di "Rocky", come ha ricordato Fratel Coniglietto. Proietti lo diceva sottovoce, quasi controvoglia lasciando che tutti pensassero che fosse di Ferruccio Amendola.
Ora tutto questo è improvvisamente storia passata, come se solo adesso ci rendessimo conto che il suo Genio è roba degli anni '90 e che Rocky urlò il nome dell'amata negli anni '70. E il suo Silvestro è ancora precedente.
Proietti non c'è più. Una sensazione straniante.
Ricordo di averla provata così solo quando perdemmo Anna Marchesini, altro mito della mia vita di spettatore TV.
Qualcosa di simile potrei ricondurla anche a Mike Bongiorno, che pure ha lasciato un segno che nessuno potrebbe ripercorrere a pieno, ma solo Anna e Gigi hanno modificato il mio DNA a suon di battute e sorrisi.
Lo so, ricordarlo come comico è riduttivo perché era molto di più. Quando si dice artista completo si dovrebbe pensare a qualcosa tipo lui perché ha fatto praticamente tutto. E tutto bene.
Comico lo era ma, per contrasto con quello che ho scritto finora, lascio qui il video di uno spettacolare monologo dove l'istrionico Proietti emoziona e si emoziona lui stesso.
Al termine quasi minimizza buttando lì un "vecchi monologhi". Pubblico in piedi. Una meritatissima standing ovation.
