Oddio... la prima impressione che me ne viene è quella del solito discorso fatto di molti paroloni e pochi concetti.
Personalmente non ho mai associato l'uomo nero agli Africani, agli Etiopi ai Congolesi, nè tantomeno questi al male assoluto, come invece viene suggerito nell'articolo.
Tantopiù che agli occhi del bambino, quelle persone non sono affatto nere, ma marroni (sembra una bestialità, ma cercate di capire il senso. Credo che il termine "nero" associato ad una persona arrivi in una fase successiva a quella della prima infanzia).
L'idea della punizione per chi fa del male è universalmente accettata, almeno nelle fiabe. Se la religione cristiana e altre ci chiedono invece di perdonare mi trovano poi d'accordo nel concetto, ma vedere i cattivi delle fiabe redimersi sistematicamente apparirebbe tanto buonista quanto blando.
Non so quale messaggio sarebbe poi più dannoso: quello della punizione che giunge per il malvagio, o quella del cattivo che se la cava, seppur cambiato.
Paragonare poi gli epiloghi delle fiabe alla pena di morte lo trovo decisamente forzato. Vedere in un film qualcuno, ancorché cattivo, ucciso con la sedia elettrica o con una iniezione letale, o fucilato sarebbe uno spettacolo davvero sgradito, voglio sperare.
La morte del cattivo nella stragrande maggioranza dei film, invece, avviene in uno scontro dove questi cerca di sopraffare, ed eliminare, qualcuno, finché la situazione gli si rivolta (finalmente!) contro.
Forse capirei se il discorso fosse associato alla terribile morte della strega cattiva nella Biancaneve scritta dai Grimm (la morte per sfinimento alla festa di nozze della giovane), ma sappiamo bene come invece scelse di concludere la vicenza lo zio Walt.
Un finale tanto atroce, poi, non so se qualcuno mai l'abbia trasposto su pellicola.
Detto tutto questo, avrete capito che nell'insieme trovo l'articolo poco convincente e anche un po' pretestuoso.
Edited by Lumiére - 17/8/2010, 00:44