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Titolo: In viaggio con Pippo
Titolo originale: A Goofy movie
Anno di produzione: 1995
Durata: 78 minuti
Regia: Kevin Lima
Sceneggiatura: Jymn Magon, Chris Brian Pimental Matheson
Sequel (non ufficializzato)
: Estremamente Pippo
Voci originali:Pippo: Bill Farmer
Max: Jason Mardsen
Pietro Gambadilegno: Jim Cummings
Roxanne: Kellie Martin
PJ: Rob Paulsen
Bobby Zimmeruski: Pauly Shore
Stacey: Jenna Von Oy
Preside Mazur: Fallace Shawn
Topolino: Wayne Allwine
Doppiatori italiani:Pippo: Vittorio Amandola
Max: Simone Crisari (George Castiglia per il canto)
Pietro Gambadilegno: Massimo Corvo
Roxanne: Monica Vulcano
PJ: Paolo Vivio
Bobby Zimmeruski: Nanni Baldini
Stacey: Federica de Bortoli
Preside Mazur: Oliviero Dinelli
Topolino: Alessandro Quarta
Musiche: Karter Burwell
Titoli canzoni:Versione originale:After today: Musica di Tom Snow, parole di Jack Feldman, cantata da Aaron Lohr
Stand Out: Scritta da Patrick DeRemer e Roy Freeland, cantata da Tevin Campbell
On the open road: Musica di Tom Snow, parole di Jack Feldman, cantata da Aaron Lohr e Bill Farmer
Lester’s possum park: Scritta da Randy Petersen e Kevin Quinn, cantata da Kevin Quinn
Nobody else but you: Musica di Tom Snow, parole di Jack Feldman, cantata da Aaron Lohr e Bill Farmer
I2I: Scritta da Patrick DeRemer e Roy Freeland, cantata da Tevin Campbell
Versione italiana:
Testi canzoni: Ermavillo
La scuola è finita: cantata da George Castiglia
Vivere con allegria: cantata da Vittorio Amandola e George Castiglia
Ci sei soltanto tu: cantata da Vittorio Amandola e George Castiglia
Le restanti canzoni non sono state doppiate in italiano
CLICCA QUI PER I TESTI DELLE CANZONIPersonaggi Principali: Pippo: l'apprensivo e "miope" padre di Max
Max: lo "sfortunato" figlio di Pippo
Pietro Gambadilegno: amico di Pippo e padre di PJ
Roxanne: ragazza per cui Max si è preso una cotta
PJ: figlio di Pietro ben in carne
Personaggi secondari:Bobby Zimmeruski: amico di Max con una insolita passione per il gorgonzola spray
Stacey: amica petulante ed organizzatrice di eventi di Roxanne
Preside Mazur: direttore della scuola frequentata da Max
Big Foot: misteriosa e leggendaria creatura che abita i boschi del Nord America. Pippo è l’unico ad avere prove della sua esistenza (beh… quasi!
)
Trama (attenzione, è uno spoilerone!)
Il film incomincia presentando Max e i suoi problemi con gli altri ragazzi che frequentano la scuola: preso in giro e considerato meno di zero. Mentre Max espone questo e la sua felicità nei riguardi della chiusura della scuola con una canzone, vicino a lui passa una ragazza di nome Roxanne. “Neanche un sorriso”, come recita la canzone.
Pensa bene, dunque, di far colpo su di lei con l’aiuto di PJ e Bobby, due sue amici, interrompendo un discorso del preside (facendolo scomparire in una botola sotto il pavimento, con tanto di parrucchino che rimane sospeso per pochi secondi
) imitando un divo del momento, Poweline. La gente è entusiasta, e quando sembra che Max stia per avere la sua occasione con Roxanne, ecco che il preside Mazur riesce a liberarsi: sono guai per i nostri tre amici.
Convocati tutti e tre nell’ufficio del preside, questo chiama Pippo. Lo avverte di come suo figlio abbia scatenato una rivolta nell’intero istituto, e di rivedere i suoi metodi educativi.
Pippo è sconvolto, “Max” – pensa – “non farebbe mai una cosa del genere!" Come fare per non avviarlo su una cattiva strada?
D'improvviso, arriva l'ispirazione: andranno al lago Destiny, come fecero lui e suo padre prima di loro.
Intanto, Max, all’uscita della scuola, è riuscito ad ottenere un appuntamento con la sua amata, ed anche il rispetto da parte di tutti: insomma, sebbene la giornata non sia incominciata benissimo, è finita in modo ottimo!
Torna a casa sfrecciando sul suo monopattino, contento e felice. Ma l’illusione non può durare: Pippo gli comunica del viaggio! Max, alla notizia, sviene!
Al risveglio, una lunga contrattazione ha luogo, finchè, costretto a forza, Max parte con suo padre.
Ma il viaggio, in fondo, non sarebbe una idea tanto malvagia, se non fosse che così facendo sarà costretto per forza di cose a saltare l'appuntamento!
Alla notizia, Roxanne ci rimane male, e, per impedire che vada al ballo con qualcun'altro, si inventa una colossale fandonia, di stare andando al concerto di Powerline, e di salutarla dal palco mentre balla con il divo.
“Adesso sono proprio nei guai”, commenta Max mentre si allontana da casa sua. Già.
Così, incomincia il viaggio: tra sbuffi, lamenti ed arrabbiature, arrivano al “Lester’s possum park”, nient’altro che un posto dove si può assistere ad un puerile spettacolo (di cui Pippo va pazzo) di scassatissimi opossum meccanici.
Max osserva allibito lo spettacolo, e dopo essersi reso ridicolo grazie ad un opossum infilatosi nella maglietta, si infuria col padre e ripartono.
Il giorno dopo si trovano a pescare. Max, svogliato, osserva il lago immaginandosi la sua bella, quand’ecco arriva un colossale camper pieno di comfort, il quale addirittura deve tagliare degli alberi per farsi spazio!
Di chi sarà mai? Ma di Pietro, con annesso PJ! Così, le due famiglie si ritrovano e, mentre Pippo e Pietro discutono della teoria del “pollice di ferro”, ovvero di essere duri con i figli se si vuole che obbediscano, i due ragazzi parlano delle loro situazioni.
In seguito, Pippo spiega a Max come eseguire un perfetto “grande lancio” (nient’altro che un improbabile modo per tirare la lenza) che importante sarà più avanti nella trama.
Così facendo, però, Pippo aggancia una bistecca che Pietro stava cucinando, attirando Big Foot. Sono costretti a rifugiarsi in macchina, e ci staranno per tutta la notta, poiché il bestione ha rubato le chiavi della macchina. Costretti in questa situazione, Pippo e Max discutono, e quasi si riconciliano.
Ma la vita non è tutta rose e fiori: trovandosi nella impossibilità di dormire (a causa del forte russare di Pippo e di Big Foot
) Max si diverte a scrivere una ipotetica lettere a Roxanne, quand’ecco, a causa di un calcio di Max, uscire dal vano portaoggetti (che emana una luce rossa, come a ricordare l’inferno) la cartina del viaggio. Max si trova davanti a un dilemma: che fare? Modificare il percorso o lasciarlo com’è? In una bellissima scena di suspance, alla fine cambia il tragitto.
Il giorno dopo, Pippo decide di nominare suo figlio “navigatore ufficiale e comandante di rotta”. Potrà decidere tutte le fermate da dove si trovano al lago Destiny. Questo porterà il crearsi di un ottimo feeling fra i due, e di tante situazioni comiche dove i due vengono coinvolti.
Ma, come si sa, i sogni non possono durare per sempre: (solo fino a mezzanotte, per restare sempre in tema Disney!
) padre e figlio si fermano a passare la notte in un motel a tema acquatico. Il caso vuole che trovino anche PJ e Gambadilegno.
Questo origlia una conversazione fra i due ragazzi, dove si parla del fatto di aver cambiato il percorso.
Così, prontamente il corpulento gatto lo riferisce a Pippo: all’inizio si rifiuta di crederlo, ma alla fine deve cedere all’amara verità, controllando la cartina.
Il giorno dopo, un Pippo scoratissimo riprende il viaggio, quando giungono al bivio fatidico: sinistra, Los Angeles, dove si terrà il concerto, destra, lago Destiny. La scelta è presa: Powerline.
Pippo arrabbiato ferma la macchina e si mette a contemplare il panorama, mentre suo figlio cerca di spiegargli come stanno le cose, ma senza successo. In quel momento la macchina inizia a muoversi da sola: Pippo si è scordato di tirare il freno a mano!
Incomincia così un inseguimento alla macchina che finisce in acqua. I due rimangono per tempo senza parlarsi, quando all’improvviso Max attacca una canzone: “Tu mi mandi spesso… come dire, ai pazzi!”.
Alla fine della canzone, i due si riappacificano, e Max spiega a suo padre come stanno le cose. Pippo non trova che una soluzione: “metterlo sul palco insieme a questo Powerline”
Ma la natura non è d’accordo: arrivano in prossimità di una cascata. Pippo sta per sfracellarsi sulle rocce, quand’ecco che Max esegue un “grande lancio”, col risultato di “pescare” Pippo prima che tocchi le rocce. Con questo gesto, l’unione fra padre e figlio risulta definitivamente risaldata.
Bene: entrati dietro le quinte nascondendosi nei contenitori degli strumenti musicali, dopo vari incontri/
scontri con un sorvegliante, Pippo arriva casualmente sul palco. All’inizio è spaesato, ma Max gli suggerisce di mimare il grande lancio. E così una serie di movimenti scombinatissimi diventa un successo! Anche Max si unisce alla congrega, e così, tra lo stupore di Pietro e la felicità di Roxanne per averlo visto sul palco, sembra che si sia salvato la faccia.
Ma, al ritorno, decide di rivelare tutta la verità a Roxanne: lei, strabiliata, non riesce a capire perché abbia mentito. “Perché volevo solo piacerti”, risponde Max. “Ma tu mi piacevi già!”, risponde, con somma gioia di Max. E così, tra una risata “alla Pippo” da parte di Max e un volo – catapulta che porta Pippo a sfondare il tetto della casa di Roxanne, si chiude il film.
Recensione:La storia di questo cartone animato inizia da lontano, esattamente dal 1992, quando la Disney inaugurò la serie “Ecco Pippo”. In questi episodi televisivi, classicità si mischiava ad innovazione.
Anzitututto, come ovvio leggendo il titolo, era presente Pippo: non il classico personaggio dei fumetti o il tipico esponente d' uomo medio degli short anni ’50.
Completamente diverso: qui aveva un figlio di nome Max!
A dire la verità, Pippo aveva avuto un figlio in una manciata di cortometraggi, ma il padre, di solito, non veniva chiamato “Goofy”, bensì “Mr. Geef”, dunque si può dire che per il nostro dinocciolato amico l’avere un pargolo fosse una novità assoluta.
Mettiamoci poi anche il fatto fosse disegnato abbastanza lontano dai classici modelli: spazio nero fra gli occhi molto ridotto, addirittura al suo posto erano presenti delle ciglia, occhi ben delineati e un muso piuttosto “asciutto”.
Poi l’abbigliamento: papillon a pois, maglione arancione e un semplice pantalone color marrone.
La lista delle stranezze continua: invece di abitare a Topolinia, resideva a Spoonerville, nessun accenno all’amico Topolino, come vicino aveva Gambadilegno, (qui chiamato semplicemente Pietro) storico nemico, ridotto al massimo ad avere in antipatia Pippo.
Il suo dirimpettaio aveva una moglie e due figli, inventati apposta per la serie TV.
In questa serie i protagonisti si possono dire in definitiva Max e uno dei due figli di Pietro, PJ, la cui età si può stimare intorno ai 11 – 12 anni.
Nonostante tutte queste stranezze, la serie ebbe un buon successo, furono prodotte ben due stagioni, fermandosi a quota 79 episodi, nel 1993. E da quell’anno nient’altro venne prodotto legato a questa serie.
Rimanevano, però, delle porte aperte: l’aver creato un figlio a Pippo non era certo cosa da poco.
Per portare avanti questo discorso, venne dunque scritto un film, “Il film di Pippo”, come recita il titolo originale.
Legare però un film ad una serie TV (ipotizziamo per esempio il titolo "Goof troop's movie), oltrettutto con tutte queste novità, poteva essere rischioso per il successo del film, dunque si fece piazza pulita di tutte le amenità, ricorrendo al Pippo classico.
Il discorso, fermatosi a 11 - 12, qui riprende più o meno dai 14 - 15, così come verrà poi ripreso per la maggiore età con "Estremamente Pippo".
Un film brillante ed impeccabile, il quale fu un successo inaspettato addirittura per i creatori.
Fu prodotto dallo stesso reparto di “Zio Paperone e la ricerca della lampada perduta”, una "succursale" francese degli studi Disney, sebbene qualche piccolo aiuto fu dato anche dagli studi “canonici” creatori di tutti i classici che noi amiamo, (dunque si potrebbe anche considerare un mezzo Classico) ed è forse grazie a questi se il film raggiunge un livello di perfezione tale.
I disegni sono ben realizzati ed animati, ed alcune scene ed espressioni in particolare sono da ricordare: il lampo di follia negli occhi del preside Mazur, mentre parla con Pippo al telefono dicendogli di correre subito ai ripari “se non vuole che suo figlio finisca sulla sedia elettrica”, il terrore negli occhi di Max in quel secondo in cui si accorge di aver fatto una immensa stupidata, dicendo a Roxanne di andare a vedere il concerto di Powerline, e soprattutto il bellissimo (a mio parere) indice alzato ondeggiante mentre chiede a Roxanne se vuole andare con lui alla festa di Stacey, segno di realismo e cura del dettaglio lodevole.
Ed è incredibile anche come, con personaggi spesso considerati per bambini, si raggiunga in alcune scene un tono molto più adulto del solito: un esempio è la scena in cui Pippo e Pietro discutono in piscina, oppure quando Pippo abbraccia Max, dopo che quest’ultimo lo ha salvato dalle rapide. Quella lacrimuccia che esce dagli occhi di Pippo è davvero emozionante.
Sono presenti ben 5 canzoni, nel complesso: 3 cantate dai personaggi, e si difendono abbastanza bene, pur non essendo il film un Classico, e due di Powerline, in puro stile anni '90 e davvero orecchiabili.
Qualche parola sul doppiaggio italiano: Amandola svolge il suo lavoro in modo davvero impeccabile, creando un Pippo credibilissimo. E’ da notare, inoltre, il fatto che canti le canzoni del film: già il fatto di essere un attore e di cantare in modo accettabile è un punto a suo favore, ma di farlo con la voce di Pippo lo fa grande ancora di più!
Anche Simone Crisari (Max) svolge bene il suo lavoro. La trovo una voce adattissima al personaggio, anche se ogni tanto non da la giusta carica di aggressività nelle scene in cui è necessaria.
Due parole poi sono da spendere anche su Massimo Corvo, il nostro Pietro nazionale, ormai è impossibile immaginarlo con una voce diversa! Bravissimo, come al solito.
Tirando le conclusioni, un film godibile da tutte le fasce di età: sia per il fatto ovvio di essere ben realizzato, sia perchè fa leva sul rapporto padre - figlio, con il pregio di far riflettere su questo binomio entrambe le parti chiamate in causa.
Curiosità: se qualcuno le trova in giro per il web, è il benvenuto, altrimenti le posterò io con un po’ di pazienza!
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