Biancaneve e i sette nani

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Prof. Emelius Browne
view post Posted on 15/11/2009, 19:24 by: Prof. Emelius Browne




CITAZIONE (Anacleto @ 15/11/2009, 13:57)
Complimenti prof, una scheda difficilissima

Beh, insomma, mica tanto. Come ho detto sopra, i testi del primo doppiaggio li ho trovati sul disneydigital forum e io gli ho apportato solo qualche limatura riascoltando le canzoni della vecchia versione. Sui testi del ridoppiaggio invece è difficile avere problemi perché la qualità audio è perfetta. Sul finale avevo dubbi solo perché è un po' troppo "urlato" (che parola inadeguata! :P ) e c'è troppa musica sotto. Quindi ho davvero pochi meriti :D

CITAZIONE
macompleta ed esauriente come sempre! :)

Completa purtroppo non lo è esattamente. Ci sono troppi punti del vecchio doppiaggi che richiedono poteri soprannaturali per essere compresi, quindi ho a malincuore dovuto lasciare un po' di buchi.
I "la la la" e "ah ah ah" finali, però, non sono un mio modo per segnalarvi che ho difficoltà di comprensione :lol: Quei cori sono cantati proprio così nell'edizione italiana originale.

CITAZIONE
Toglimi una curiosità: quale versione preferisci, quella del '72 o l'originale?

Il ridoppiaggio ha un'unica pecca: le voci sono palesemente troppo moderne per un film del '37 e la cosa personalmente mi disturba un po’. E' un peccato che l’audio italiano di “Biancaneve” non sia stato rifatto negli anni '60, perché i ridoppiaggi di quegli anni si amalgamavano alla perfezione con immagini risalenti a molti anni prima: penso a "Cenerentola" e a "Bambi", ma fuori da Disney anche a "M - Il mostro di Düsseldorf" o "Quarto potere". Certo, se vi avessero rimesso mano negli anni '60, non avrebbero mai visto la luce i super8 pirata con il doppiaggio originale di cui quindi si sarebbero salvati solo alcuni stralci (com'è accaduto con "Cenerentola") o che si sarebbe potuto smarrire interamente (come "I Racconti dello Zio Tom", ridoppiato anch’esso nel '72, e anche qui atmosfera bye-bye anche se le voci sono comunque grandiose). Dunque da una parte è un bene che sia stata data più vita al doppiaggio d'epoca soppiantandolo solo nel ‘72, da un'altra parte il fenomeno della perdita d'atmosfera non si sarebbe verificato se ci avessero pensato un po’ prima.
A parte questo, il ridoppiaggio di “Biancaneve” vince su tutti i fronti e non lo dico solo perché ci sono cresciuto. Benché i timbri del '38 si confacessero di più al sapore della pellicola, la recitazione era assai curiosa e anche una grande come Tina Lattanzi, perfetta per il ruolo della regina, si è trovata costretta a dover leggere le sue battute con una fastidiosa cantilena data la loro inopportuna brevità ("Conducila lontano, nel bosco" era semplicemente "Conducila lontano", "Trova un posto dove non passi nessuno" era adattato più o meno con un cortissimo "In un angolo quieto", ecc.). La più strana era senza dubbio Rosetta Calavetta, un mito del cinema tradotto in italiano che però in questo film recita un po' troppo sopra le righe. Dialoghi e canzoni erano semplicemente allucinanti: entrambi ripieni di invenzioni su invenzioni (spesso volte ad anticheggiare il tutto o a renderlo più fiabesco/bambinesco con rime non presenti nell'originale), le canzoni in particolare erano forse l'elemento peggiore di quel doppiaggio, il che è inconcepibile per un film del genere che è praticamente un musical. Trovo che queste canzoni fossero molto poco musicali (“Quando sul tuo bel viso amor fiorirà” non si può sentire; “e i suoi baci sve- / -glieran nel fondo del / mio cuor il mio sogno d’or” è una serie di versi che neanche Max Pezzali avrebbe mai osato scrivere”) e, come già detto, che i parolieri abbiano messo troppa creatività nello scriverli a discapito della fedeltà dei testi (la versione di “Ehi ho!” ne è l’esempio più eclatante). Le due voci soliste, inoltre, erano molto più liriche e mature di quelle di Harry Stockwell e Adriana Caselotti ed entrambi i personaggi risultavano così poco credibili nel canto. Il ridoppiaggio del ’72 provvede a curare ognuno di questi mali che affliggevano la vecchia versione prendendo il classico saggio spunto deleonardisiano solo laddove l’edizione originale si mostrava veramente eccellente, come nell’ammirevole traduzione dei nomi dei nani, alcune delle battute più riuscite (“Stavi come al solito farfugliando come un lumacone!” “Chi stava lumacando come un farfuglione?”) e qualche verso particolarmente ispirato. De Leonardis fa ancora una volta sfoggio della sua professionale meticolosità restando fedelissimo all’originale perfino dove non ce n’era poi così bisogno (ad esempio la strofa di Gongolo nella “Tirolese dei nani” che Rastelli, Panzeri e Bertini avevano cambiato senza porsi troppi problemi, ed è comprensibile). La direzione del doppiaggio è perfetta, quella musicale pure e tutto torna come avrebbe dovuto essere sin dal principio. Però in fondo la versione del ’38 ha il suo fascino ed è un documento storico che non andrebbe dimenticato ma che comunque dovrebbe essere sempre affiancato al rifacimento del ’72 perché non rendeva vera giustizia al grande capolavoro di Walt Disney.
 
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