Frozen - Il Regno di Ghiaccio

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Fa.Gian.
view post Posted on 11/2/2014, 15:04




CITAZIONE
Su questo non ti seguo: alla prima parte si può forse rimproverare l'eccesso di canzoni stile broadway (che io ho comunque apprezzato :P ) ma cosa si sarebbe dovuto fare vedere in più del regno? E quale altro film Disney ben riuscito mostrerebbe di più del regno e dell'ambientazione?

Ti rispondo citatdoti un passaggio di un libro di Terry Brooks, che secondo me avrebbero dovuto leggere anche gli sceneggiatori e i registi di "Frozen"

CITAZIONE
Il problema sorge quando l'autore viola la regola del mostrare e non descrivere. Succede allora che lo scrittore comincia a riferirci lui i particolari dei personaggi e degli eventi, un po' alla maniera del coro delle antiche tragedie greche, invece di mostrarceli attraverso l'azione. Quando succede questo, la storia finisce su un binario morto e comincia ad assumere l'aspetto antipatico della lezioncina. Dato che lo scrittore ci racconta quello che succede invece di mostrarcelo, il lettore si distacca dalla storia e non vi rimane più coinvolto, diventa un osservatore anziché un partecipante. L'immediatezza della narrazione scompare. Spariscono spontaneità e vitalità.
Per spiegare cosa intendo, vi mostro due esempi della stessa scena. Il primo viola la regola del mostrare e non descrivere, il secondo no. Per far capire la differenza prendiamo una scena del Gatto da caccia.

ESEMPIO 1
Maud aveva ottantun anni compiuti, occhi scuri e penetranti, e un'andatura rigida e cauta che faceva pensare ai dolori articolari. I suoi capelli grigi erano raccolti in una lunga treccia che le ricadeva sulle spalle, legata in fondo con un nastro. La sua faccia forte e poco attraente era segnata da profonde rughe dell'età. Aveva perso il braccio destro; la manica del vestito di cotone era piegata all'altezza del gomito e fissata con una spilla di sicurezza. Per molti anni aveva lavorato in una libreria e, prima di allora, come agente della CIA. Amava i gatti e ne aveva una coppia, Kibbles e Bits. I gatti erano i benvenuti nella sua casa, gli uccelli invece no. Li odiava perché da bambina aveva sempre avuto paura dei loro occhietti rapidi e lucenti e dei loro becchi affilati.

È orribile, certo. Ma voglio far vedere nel modo più chiaro possibile la differenza tra descrivere e mostrare, perciò esagero un poco.

ESEMPIO 2
Quel giorno, Maud si accorse di muoversi con maggior cautela del solito, e lo attribuì alle ulteriori ventiquattrore aggiunte agli ottantun anni che si trovava addosso. Interiormente si sentiva quella di sempre, anche se, a guardarla da vicino, i suoi occhi scuri tradivano quella preoccupazione. Per pura forza di volontà ignorò la rigidità delle giunture e i dolori dell'artrite, si sistemò la lunga treccia grigia e sorrise al raggio di sole che penetrava dalla finestra della sua capanna di tronchi. Quel sorriso diede alla sua faccia segnata dalle rughe un'espressione cordiale e rassicurante, il tipo di espressione che faceva sempre pensare ai vicini che incontrava lungo la strada che lei fosse una persona di buon carattere. Kibbles, lasciata la compagnia di Bits, trotterellò fino a lei, e Maud raccolse da terra il vecchio gatto e lo tenne nell'incavo del braccio sinistro, il solo che le rimanesse. Diede un'occhiata alla manica destra del vestito, vuota e ripiegata, per controllare che fosse a posto, come le era stato insegnato negli anni passati alla CIA. Gli agenti non dimenticavano mai l'addestramento ricevuto. O a non dimenticare erano le commesse di libreria? Se l'era dimenticato. Rise tra sé di quel bisticcio, e per un momento riuscì ad allontanare il peso degli anni e del passato. In una giornata come quella, sarebbe riuscita a sopportare persino la presenza degli uccelli, e questa era una cosa davvero rara.

Probabilmente riuscirei a fare di meglio se vi dedicassi più tempo, ma l'idea generale ve l'ho data. Il secondo esempio è più scorrevole e sviluppato. Veniamo a sapere di Maud attraverso le sue azioni: prendere Kibbles, sorridere, le reazioni a ciò che vede, anche il modo in cui si muove nella stanza. Veniamo a sapere di lei attraverso i suoi pensieri. Nel primo esempio, invece, veniamo a sapere di lei attraverso la nuda elencazione delle sue caratteristiche e dei suoi limiti, e ci accorgiamo che lo scrittore non ci mostra nulla, si limita a descrivere.
Questo ci porta alla regola numero sette.

NEL DESCRIVERE I PERSONAGGI, EVITA LA LISTA DELLA SPESA.

La prima parte che intendo io è tutta la lunga e inutile sequenza delle principesse bambine.

Non ci raccontano niente di loro, del loro ambiente, è solo una lunga sequenza per mostrare l'incidente che manderà in crisi Elsa, per il resto del tempo.

Sarebbe bastato mostrare le vetrate istoriate come all'inizio di "La bella e la bestia", e avremmo avuto più tempo per introdurre altro, magari appunto le motivazioni dietro l'ostracismo della magia.

Inoltre non è vero che nelle fiabe i poteri non sono spiegati, c'è sempre un elemento che porta a comprendere i presupposti.

E comunque, ormai non siamo più ai tempi dei Grimm, e uno straccio di contestualizzazione è necessario, anche solo perchè è ormai fatto da tutti i narratori, perfino la Rowling si prende qualche riga per giustificare e non lasciare vuoti fastidiosi
Escluderlo, oggigiorno, fa l'effetto di "lacuna" fastidiosa.

Come ho detto al film manca l'impronta autoriale, manca quell'amalgama che avrebbe potuto rendere uniforme la mescolanza di tante scene e tanti ripensamenti.

Manca di personalità.
E la colpa è anche di queste mancanze autoriali
 
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Fa.Gian.
view post Posted on 20/3/2014, 15:49




Alcuni concpet preliminari dal Disney digital forum

http://disneyvideo.altervista.org/forum//i...showtopic=13646

C'è anche la trama di una versione abortita, ion cui la Regina delle Nevi era la Primavera col cuore spezzato.

Ma quanto sarebbe stato meglio, di quella "mielosa" versione che ci hanno ammanita?

E che schizzi pazzeschi, erano stati inventati.
Già la sola sala del trono di Elsa, averebbe meritato di comparire nel film :blink:
 
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106 replies since 14/1/2012, 23:23   4538 views
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